giovedì 20 settembre 2007

Eco dall'Inferno




Siamo qui per un sogno: il sogno di poter tornare a sognare. Mi basta guardarvi per essere certo che nessuno potrà mai seppellire i nostri sogni. Siamo tutti soli, siamo tutti diversi, ma siamo tutti insieme e condividiamo molte speranze, molte paure, molti ideali. Ho cercato il sogno comune facendo un viaggio dentro me stesso. Siamo Noi con tante celle con dentro migliaia di “Io”. Ci sono Io Presentabili ed Io Impresentabili. Quando andiamo in giro per le strade, scegliamo quasi sempre d’indossare la nostra personalità più presentabile, l’Io da passeggio, o l’Io vestito da sera. Quello che ha maggiori possibilità di sopravvivere, forse perché è la nostra coscienza più mediocre, quella che dice sempre “Sì” o “Ni”, quella che abbassa gli occhi di fronte alle ingiustizie, alla corruzione, alla miseria e al dolore degli oppressi, dei diversi, dei deboli “perché non ti conviene; perché ti metti nei guai; perché va’ con chi vince; perché sta zitto e fregatene, in fondo non sono affari tuoi. Ma la stoffa di questo “Io” da passeggio poi ci soffoca, è una seta gelida, un’anima morta. L’Italia piena di questi sudari che camminano. Allora noi abbiamo cercato caldo all’inferno, perché siamo partiti alla ricerca di Jack, il “nostro” Jack: quello rinchiuso al buio in una gabbia così inaccessibile che nessuno lo potesse sentire, perché era stato “cattivo”, il più cattivo di tutti noi “Io”. Jack quello che dice sempre No, l’insolente, il vagabondo, il sognatore, il ribelle, il rompiballe, la nostra personalità più impresentabile, quello che se non riesce a farsi amare si fa odiare, quello che “tu finirai male, figlio mio”; Jack l’ultimo della classe, il guastafeste, capace d’ingraziarsi i potenti e, quando è in cima ai loro favori, di sbeffeggiarli, ma nessuno lo potrà mai capire perché è un gioco a perdere, un calcio al Potere. Jack, la luna nera. Il condannato. …Ma anche l’uomo capace di sognare di essere un albatro e di volare verso un sole d’oro. Per questo, dovevamo dargli un microfono. Dare il microfono all’Io che teniamo in prigione nel nostro braccio della morte, costituisce un rischio altissimo, per i vecchi noi stessi, per i compromessi che Jack ci farà esplodere dentro, e per la mediocre società, quella che o lo deride, o lo disprezza, o l’ignora; perché Jack è un italiano fuori posto, non etichettabile, quindi incontrollabile e capace di una rivoluzionaria tenerezza sociale. Jack è pericoloso perché si fa continue domande, mentre per noi sono pericolosi quei giornalisti che non se le fanno più, e soprattutto quei governanti che non hanno mai dubbi. Siamo ricaduti nell’Italia che si fida dei punti esclamativi di un uomo solo. Jack preferisce continuare a fidarsi dei punti interrogativi di tutti.
Diego Cugia

4 commenti:

lestat ha detto...

Dal delirio di un Folle ho riesumato Jack Folla,l'alterego Di
Diego Cugia direttamente dal Braccio della morte per dire No!!
e credere nell'utopia... ancora!

N.808 ha detto...

Jack è solo un altro dei tanti "IO". Forse ribelle, forse nascosto, certo.
Ma è solo uno dei tanti raggi che fanno parte della ruota della personalità.
E poi scioccamente abbiamo il coraggio di dire: "io ho deciso...".
Quale dei tanti raggi ha deciso?.
E al centro di questi raggi cosa c'è?
Sono queste le domande che bisogna trascendere.

Anonimo ha detto...

I miti sono bellissimi ed eccitanti. Ma.
Le frasi epiche muovono gli animi ma vanno trascese.
Altrimenti il prezzo è restare eterni adolescenti.
Il rischio è allontanarci da noi stessi.
Il tempo e le stagioni provocano mutamenti; idolatrare una fase o una stagione è deleterio.
Cambiare è inevitabile; cambiare consapevolemente è auspicabile.
La disillusione positiva (quella che non porta alla depressione e al nichilismo) è un passaggio iniziatico per divetare adulti.
Questo rito di passaggio è da sempre presente in tutte le culture e le civilltà "sane" (dunque non nella occdentale attuale).
Senza la distruzione di idoli e dei, non è possibile procedere verso se stessi, crescere, maturare...

BB

lestat ha detto...

non è nelle mie corde l'estremismo e sognare un pò di più, migliora il mio quotidiano... x maturare ho sempre tempo per quel che serve..